Quando a scuola non va
“La difficoltà scolastica può esprimersi in modi così diversi che a prima vista non sembrerebbero avere nulla a che fare con blocchi psicologici. Nei bambini di scuola elementare essa viene scambiata per difficoltà di concentrazione, comprensione o espressione, nei ragazzi adolescenti o preadolescenti prende tipicamente la forma del disinteresse e della ribellione nei confronti dello studio, nello studente universitario si ha l'abbandono per incapacità manifesta”
Nardone G.
Durante il percorso scolastico, dalla scuola dell'obbligo all'università, dalla prima giovinezza alla prima età adulta, possono insorgere difficoltà nell'apprendimento, quando queste appaiono importanti o si accumulano ritardi significativi può essere utile richiedere una consulenza psicologica .
Attraverso la consultazione psicologica si cercherà innanzitutto di mettere a fuoco cosa sta accadendo ovvero come si manifestano le difficoltà scolastiche, quali cause possono averle originate e quali strategie sono state utilizzate per fronteggiarle.
In un secondo momento attraverso il supporto dello psicologo verranno invece individuate delle strategie alternative più funzionali ad affrontare il compito e la prestazione.
In alcuni casi può essere d'aiuto anche la consulenza ad un genitore che si chiede come poter sostenere adeguatamente il figlio rispetto a tali difficoltà.
Porre attenzione alle emozioni e all'affettività che entrano in gioco nel processo formativo scolastico può permette di comprendere meglio queste generiche “difficoltà scolastiche”, tenendo conto che tali problematiche possono emergere in corrispondenza di alcuni passaggi evolutivi facendosi portavoce di ostacoli interni che impediscono o rallentano un avanzamento.
Gli aspetti emotivi hanno infatti un importante impatto sullo sviluppo delle capacità cognitive, per questa ragione l’individuazione delle emozioni soprattutto di quelle disfunzionali per l’apprendimento e la motivazione richiedono il riconoscimento delle cause che le scatenano.
Come si manifestano le difficoltà scolastiche?
Le difficoltà sperimentate in ambito scolastico possono essere di varia natura e manifestarsi attraverso forme differenti: da un rendimento pessimo solo in alcune materie sino ad un blocco più generale delle prestazioni e infine anche la rinuncia con conseguente abbandono.
Tali difficoltà possono incidere sul rendimento provocando, a volte, problemi di adattamento e di autostima: spesso ricorrono fatiche rispetto a materie specifiche, a volte le emozioni spiacevoli nascono invece nel rapporto con insegnanti e/o compagni di classe, in altri casi è il trovarsi soli di fronte al compito che può associarsi ad ansie importanti.
Capita frequentemente che il disagio psicologico, la scarsa autostima e le strategie messe in atto vengano erroneamente scambiate con uno scarso impegno, pigrizia e svogliatezza.
(E' però altrettanto importante distinguere invece tali difficoltà da disturbi più specifici - disturbi specifici dell'apprendimento - che richiedono processi di indagine e intervento clinico-diagnostico mirati).
Perché ci si blocca?
Sviluppare diversi punti di vista sul problema può aiutare lo sviluppo di strategie differenti per affrontarlo.
Che immagine ho di me? Da quali aspettative e obiettivi sono guidato? Quanto è importante raggiungere un risultato? Quanto mi sento influenzato dalle persone che mi circondano?
Spesso si resta intrappolati nelle aspettative irrealistiche proprie o di chi ci sta accanto.
Uno dei compiti legati alla crescita è quello di sviluppare una conoscenza di sé realistica che tenga conto delle proprie risorse e dei propri limiti.
Ognuno di noi sviluppa infatti un modo tutto suo di reagire alle difficoltà da studente: c'è chi tenterà di impegnarsi di più, sforzandosi e insistendo, chi invece tenderà a rimandare e ad evitare di affrontare il problema.
Quali delle strategie messe in campo sono poco funzionali?
Innanzitutto è importante saper valutare i propri risultati: come ci si spiega un fallimento?
Come esseri umani siamo infatti possiamo trasformare i limiti in punti di forza e le difficoltà in risorse. Spesso infatti si forniscono spiegazioni immodificabili o legate a scelte e azioni di terzi e si assume di conseguenza una posizione passiva che blocca, esempio di tali attribuzioni può essere il pensare alla propria intelligenza come ad un'entità statica e immodificabile.
In questo senso un genitore può contribuire in modo significativo mettendo a disposizione un punto di vista alternativo e più equilibrato.
Riferimenti e Letture consigliate
Per studenti: Bartoletti A., Lo studente strategico, Ponte alle grazie, 2013.
Per genitori: Provantini K., Scuola Media- manuale per la sopravvivenza, Mondadori, 2014.