Adolescenza e "Una cosa piccola che sta per esplodere"

Piedi sulla spiaggiaCapita a volte che film e narrativa ci facciano spalancare gli occhi, sorpresi di trovare tanto realismo in uno scenario, una breve storia, un personaggio. Troviamo curioso come proprio quella che viene chiamata fictionfinzione, sappia delineare con tale accuratezza situazioni di normalità e patologia, perfino meglio di manuali di psichiatria. Ancora di più quando si tratta di un racconto.

 

Pelleossa di Paolo Cognetti è uno di questi; fa parte dalla raccolta Una cosa piccola che sta per esploderenella quale emerge la sua capacità, fuori dal comune, nell'osservare e descrivere dall'interno situazioni e emozioni che sembrerebbero alieni alla sua esperienza personale, visto che i personaggi sono spesso femminili, e attraversati da problematiche davvero eterogenee, oltre che complesse.

 

"Potrei dire salvatemi, voglio guarire, voglio essere aiutata a diventare una persona migliore. Ma il fatto è che a me questa malattia piace. Anche adesso che mangio, adesso che accetto la terapia e tutto il resto, io so che me la voglio tenere". Sono le parole di Margot, la protagonista del racconto che apre la raccolta: Margot è un'adolescente ricoverata in una clinica per la cura dei disturbi alimentari, e Pelleossa ritrae un frammento della sua difficile crescita, cercando di avvicinarci al suo cambiamento e all'ambivalenza che lo accompagna.

 

Per comprendere meglio Margot possiamo farci aiutare da Caterina Minni, che ha recentemente pubblicato Inchiostro. Storia di un'adolescente oltre l'anoressiaquando scrive "E' difficile fare a meno di un meccanismo che a lungo ti ha fatto sopravvivere", riferendosi al proprio modo convincente di celare emozioni e paure, mascherandole tramite il corpo.

Qui non siamo più nel campo dell'immaginario, Inchiostro è infatti un breve e doloroso diario di una battaglia vinta.

"Lo so, ma so anche che passerà con il tempo e la volontà, quando i sintomi di questa malattia mi abbandoneranno auspicabilmente del tutto".

 

Entrambi non sono che spunti, eppure ci permettono di entrare in contatto con quelle che sono le motivazioni più profonde e segrete che spingono queste adolescenti ad attaccare così ferocemente il loro corpo.

Non solo, spezzano il silenzio intorno ad una forma di sofferenza psichica che, pur essendo diffusissima tra la polpolazione femminile, costringe queste adolescenti e giovani donne ad una solitudine che fa perdere la speranza di potersi sentire accettate e comprese.

 

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